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L’ANSIA CREATA DALL’ANSIETA’

Aumentano il consumo di farmaci e la richiesta di assistenza –

Ogni epoca è caratterizzata da una malattia simbolo, spesso legata a mutamenti sociali, culturali ed economici. L’ansia sembra essere la patologia del nostro tempo. Alcune ricerche hanno osservato un costante aumento nella vendita di farmaci da banco per problemi di questo tipo, una tendenza che si è rafforzata dopo la pandemia. Nel 2023 uno studio condotto da Unicusano – e poi riportato da “RIFday” e “Ansa” – faceva sapere che il 19,8% degli italiani ha assunto farmaci ansiolitici (nell’85,1% dei casi), antidepressivi (51,2%), stabilizzatori dell’umore (40,5%) e antipsicotici (21,4%). Giovani e donne i più interessati, con un particolare aumento tra gli adolescenti. Un popolo segnato da malesseri che ha tentato di trovare una soluzione.
E la politica se n’è accorta, tanto che sono state approvate alcune misure. Il bonus psicologo ne è un chiaro esempio. Un altro è lo psicologo a scuola. Tuttavia tali misure sembrano essere state concepite più come uno strumento comunicativo utile per creare l’impressione che ci si stia occupando della salute mentale della popolazione, che come provvedimenti realmente efficaci. Offerti in maniera generica e senza alcun preciso indirizzo, rischiano di risultare privi di risultati. Non migliorano concretamente la condizione di chi soffre di disagio psicologico lieve e, ancor meno, quella di chi si trova in situazioni di grave difficoltà di questo tipo. Nel nostro sistema sanitario – già tribolato da inefficienze, carenze di personale medico e una costante riduzione dei posti letto e dei servizi essenziali – destinare fondi pubblici dello Stato e risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per finanziare bonus e iniziative poco strutturate appare profondamente inadeguato.
Tra l’altro questa strategia non solo non affronta le vere priorità del sistema, ma aggrava ulteriormente la situazione. Infatti, mentre si stanziano risorse per questi strumenti, i fondi vengono contestualmente sottratti ai centri psico-sociali e ai reparti ospedalieri che si occupano di gestire i casi più gravi, lasciando indietro i pazienti che necessitano di interventi urgenti e specializzati.
A parole tutte le forze politiche sono concordi nel dire che la salute psicologica è importante, ma poi confondono le situazioni fisiologiche con quelle patologiche.
Resta dunque il dubbio che l’ondata di interesse da parte di alcuni politici, invece di essere il segnale di una maggior attenzione pubblica al tema, sia stata solamente un modo per raccogliere consenso elettorale a fronte di misure molto pubblicizzate ma poco efficaci.
I tempi sono veramente cambiati. Secondo un sondaggio della piattaforma online ScuolaZoo, il 90% degli studenti italiani ritiene necessaria la presenza di uno psicologo scolastico. Forse per farsi curare l’ansia da prestazione prima di una interrogazione o per superare il trauma di aver preso un 5 in Storia? Ma veramente la scuola è il luogo dove si concentrano le emergenze psicologiche del nostro Paese? Ansie e paure fanno parte della crescita e dell’esperienza scolastica. I nostri ragazzi hanno bisogno di insegnanti motivati e appassionati che li preparino alla vita reale, non di un’infrastruttura di supporto psicologico per risolvere problemi che tali non sono.

Matteo Grossi
Scritto per La Ragione