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IL SINDACO E IL GIUDICE DI NOTTE

Tribunale condanna Comune di Napoli per gli schiamazzi che disturbano il sonno –

A Napoli, il dibattito sulla movida notturna e i suoi effetti sulla qualità della vita dei residenti ha raggiunto una fase al tempo stesso critica e grottesca.
Mentre il Comune stava progettando soluzioni innovative per gestire il caos nelle ore piccole – come la nomina della Consulta della notte, uno strumento formale della Giunta da far guidare a un sindaco della notte – il tempo è scaduto. Prima ancora che il nuovo organismo potesse agire concretamente, una sentenza del giudice ha colpito duro: il Comune napoletano è stato condannato a risarcire i residenti di piazza Bellini – nel centro storico della città, vicino al Museo archeologico e nel cuore dei decumani – per i disturbi causati dalla movida. La decisione del tribunale arriva in risposta a una causa intentata da un gruppo di residenti esasperati dai rumori, dalla violenza e dal degrado delle strade nelle ore notturne. Secondo la sentenza, il Comune guidato dal sindaco Gaetano Manfredi non ha garantito condizioni adeguate di vivibilità e sicurezza, rendendo impossibile il riposo dei cittadini. Il risarcimento rappresenta un precedente importante per chi lotta contro certe conseguenze della movida urbana.
La Consulta della notte – ideata per un dialogo fra residenti, locali e amministrazione – avrebbe il compito di mediare e regolamentare l’attività notturna senza penalizzare né il turismo né il diritto al riposo. Tuttavia le tempistiche burocratiche si sono rivelate troppo lente rispetto al malcontento crescente. Così, ironia della sorte, invece del sindaco della notte è arrivato il giustiziere della notte’ sotto forma di una sentenza di tribunale, costringendo l’amministrazione a fare i conti con una gestione inefficace. Ora il Comune si trova in una posizione delicata: oltre al danno economico dovuto ai risarcimenti (in totale 230mila euro, 12 euro al giorno da moltiplicarsi per 2.762 giorni: a partire dal 2017, quando è iniziato il contenzioso), deve accelerare per gestire la questione. La figura del sindaco della notte tornerà probabilmente al centro del dibattito, ma con un’attenzione maggiore a evitare nuovi ritardi che potrebbero costare cari, in tutti i sensi.
A dar manforte al primo cittadino di Napoli c’è anche quello di Ercolano, Ciro Buonajuto, che dell’Anci è vice presidente con delega a sicurezza e legalità: «È giusto impugnare questa sentenza perché lascia sempre più soli i sindaci» spiega. «Non abbiamo le risorse e gli strumenti per limitare la movida molesta. Ci sono Comuni turistici che vivono tanto questo problema ma hanno un solo vigile urbano. Come fanno a vigilare? Noi siamo sindaci e dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra libertà d’impresa e vivibilità dei cittadini». Resta da vedere se questa vicenda sarà il punto di svolta per garantire un equilibrio tra divertimento notturno e tutela dei diritti dei residenti.
Ora non ci resta che immaginare la Consulta del sindaco riunita con i residenti, i gestori dei locali e le autorità, come in una versione moderna di “Quelli della notte” di Renzo Arbore: tante idee, discussioni animate e soluzioni che forse arriveranno ‘a tempo perso’, ma stavolta sotto l’occhio attento del ‘giudice di notte’. Che però, a differenza di quello che avviene in tv, non lascia spazio all’ improvvisazione.

Matteo Grossi
Scritto per La Ragione