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LA SFORMAZIONE SCOLASTICA

I risultati dei nostri studenti dovrebbero far urlare –

Il Censis è un istituto di ricerca indipendente che si occupa di analizzare e studiare temi legati alla società. Pubblica rapporti e studi annuali che offrono una panoramica sullo stato del Paese, focalizzandosi su vari aspetti tra cui l’educazione, la cultura, la salute, il lavoro e il benessere sociale.
Nel suo ultimo rapporto (il 58esimo) mette in evidenza preoccupanti lacune nel sistema scolastico italiano. Secondo i dati quasi la metà degli studenti non raggiunge i limiti minimi previsti per l’italiano e la matematica. Il lavoro sottolinea anche la crescente ignoranza storica con una scarsa conoscenza di eventi fondamentali quali l’Unità d’Italia e dei personaggi cruciali del Rinascimento. Per non parlare poi della confusione letteraria: alcuni studenti hanno scambiato l’opera di Dante Alighieri con quella di Alessandro Manzoni, facendo nascere una curiosa commistione. Renzo e Lucia de “I promessi sposi” sono così finiti nell’Inferno della “Divina Commedia” a causa delle ingiustizie subite da Don Rodrigo. La fantasia per un remake letterario sotto forma di parodia può avere senso ma in questo caso, da un banco di scuola, è bene saperle distinguere per comprendere appieno il valore storico e culturale di ciascuna.
A seguito del rapporto Censis poco o nulla è successo: è come se la politica non volesse affrontare l’argomento, come se le iniziative scolastiche già in programma fossero le medicine idonee e sufficienti a risolvere i dolori della scuola. Eppure ciò che ha denunciato il rapporto dovrebbe essere noto all’attuale classe dirigente (e anche a quella precedente) perché l’allarme circola da qualche legislatura. Quindi, che cosa è stato fatto e con quali risultati? Nulla di nulla.
Nel contesto in cui ci troviamo sarebbe buona cosa concentrarsi su un piano di recupero almeno per apprendere le basi.
Nelle scuole medie superiori, circa il 44% degli studenti non raggiunge il livello adeguato in italiano e circa il 48% è nelle stesse condizioni con la matematica. Lacune simili per le scuole medie inferiori: il 40% con l’italiano e il 44% per matematica. Per abbattere queste percentuali serve un intervento a livello nazionale, ma non dimentichiamoci che la nostra scuola è regionalizzata: sebbene esista un sistema nazionale di istruzione che stabilisce le linee guida e i programmi di studio, ogni regione ha un certo grado di autonomia nella gestione delle scuole e degli argomenti da trattare. Bisogna intervenire con grande coraggio, anche rompendo privilegi o posizioni che durano da tempo. Non ha torto chi, leggendo il rapporto, ha descritto le nostre scuole come una grande ‘fabbrica di ignoranti’. Lo urli, si faccia sentire. E se qualcuno ha in mente di trasformare la fantasia dei nostri studenti in una nuova versione letteraria, in uno spettacolo teatrale o in un film satirico, il titolo ce l’ha.

Matteo Grossi
Scritto per La Ragione