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AMBULANTI DEL LAVORO

Italiani propensi a cambiare occupazione – 

Eravamo stati informati dei talenti ‘instabili’ vale a dire di coloro che in Italia – con una media del 33% – potrebbero lasciare la propria azienda nei prossimi 12 mesi, rispetto al 28% che si registra a livello globale. Le alte percentuali dei tedeschi (44%), dei francesi (36%) e dei portoghesi (34%) mettono ancor più in evidenza quanto gli italiani abbiano cambiato modo di vedere e concepire il lavoro. Sono quindi lontani i tempi in cui si teneva stretto l’impiego per paura di non trovarne un altro. A casa nostra, un quarto dei dipendenti afferma che sono diverse le ragioni per cambiare occupa- zione: l’equilibrio tra lavoro e vita privata, la mancanza di prospettive di carriera e di un piano per lo sviluppo delle competenze. Un 34% degli europei ritiene che nella propria azienda ci sia un senso di sicurezza psicologica e un 45% delle persone intervistate ha messo in atto le così dette ‘dimissioni silenziose’, che corrispondono a fare soltanto il minimo indispensabile richiesto dal proprio ruolo. Sono dati che arrivano da una ricerca contenuta nel “Global Re: work Report 2023” di Kelly, che ha sondato un campione di 4.200 lavoratori e 1.500 dirige ti per analizzare le esigenze e i bisogni dei lavoratori. Da qualche tempo si fa notare anche un ‘nuovo’ gruppo di lavoratori, generalmente ad alto valore aggiunto, che non mostra alcuna intenzione di lasciare il proprio posto per imbattersi in nuove esperienze: sono i dedicated performers. In Europa, e in parte anche in Italia, questo fenomeno tiene duro perché i datori di lavoro prendono in seria considerazione le loro esigenze lavorative e personali. Il 54% ritiene di restare per senso di appar- tenenza verso la propria azienda, l’88% è soddisfatto dal modo in cui i datori di lavoro si preoccupano della loro salute e del benessere mentale, rispetto ad appena il 2% di coloro che stanno pianificando di lasciare il proprio ruolo. Un 53% afferma di lavorare in un ambiente psicologicamente sicuro, rispetto ad appena il 12% di coloro che sono alla ricerca di una nuova opportunità.
I manager che desiderano davvero costruire una forza lavoro decisa a restare in azienda devono analizzare a fondo i bisogni dei lavoratori. Come abbiamo visto, si resta quando si gode di maggiore flessibilità lavorativa e si riesce a gestire meglio i carichi di lavoro. Oggi, la vera sfida sta nel non cambiare lavoro, andando in controtendenza.

Matteo Grossi

Scritto per La Ragione