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ANGOLO CIECO DEL CODICE

Legiferare con il retrovisore –

Non soltanto il sindaco di Milano, ma tutti i sindaci d’Italia si sono accorti di quanto siano pericolosi i mezzi pesanti che transitano nei propri territori. Nel giorno in cui s’è verificato un nuovo grave incidente che ha coinvolto l’ennesimo ciclista, Giuseppe Sala ha pertanto illustrato una serie di iniziative da mettere in campo per prevenire futuri incidenti mortali.
Circa un mese fa a Palazzo Marino è stata firmata un’ordinanza che vieta l’accesso in alcune zone della città a bus e camion sprovvisti di sensore per l’angolo cieco (una tecnologia che permette all’automobilista di tenere sotto controllo gli angoli ciechi’ nella parte anteriore del veicolo, intorno agli specchietti laterali). Infatti, a differenza delle auto, le dimensioni di un camion – in particolare la larghezza della cabina di guida – impediscono all’autista di avere una visuale completa di quello che succede sul lato destro del mezzo. Ma poiché quel che è pericoloso a Milano lo è ovunque, il Tar della Lombardia ha annullato le delibere e l’ordinanza con questa spiegazione: «Il potere di una simile imposizione è unicamente dello Stato».
In effetti la materia in questione appartiene al codice della strada, principale norma di riferimento per la circolazione stradale, che può essere modificato dal Consiglio dei ministri anche su proposta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti o dal Parlamento. A dire la verità, i dispositivi citati nell’ordinanza comunale milanese avevano già cominciato a essere montati sui veicoli pesanti di nuova generazione. La questione è che l’obbligo riguarda sempre i veicoli di nuova immatricolazione mentre l’ordinanza milanese si riferisce a tutti i veicoli già circolanti. Un bel problema.
L’Osservatorio Asaps, che si occupa di raccogliere informazioni nel mondo della sicurezza stradale, ha registrato 182 decessi in tutta Italia. Ben 37 ciclisti hanno lasciato la propria vita sulle strade lombarde. L’idea di obbligare tutti a questi strumenti salvavita è giusta, Londra e Parigi ne sono i precursori. Il nuovo codice della strada – la cui entrata in vigore è prevista entro la fine dell’anno – urge di un’ulteriore modifica. Ma ci dovrà essere la volontà di farla, anche andando contro i sindacati e le federazioni che rappresentano gli autotrasportatori. Anche a costo di perdere voti.

Matteo Grossi
Scritto per la Ragione