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CITTADINI CHE ALLENANO IL DITO

L’assurdità di costringere ai click day –

Com’è possibile che quando prenotiamo un film su Netflix oppure ordiniamo un pacco su Amazon tutto funziona alla grande, mentre quando interagiamo con la Pubblica amministrazione ci troviamo spesso dentro a un incubo?
Da anni ci chiediamo se sia giusto e democratico elargire denari tramite un bando col click day, cioè quel sistema che permette di aggiudicarsi un finanziamento cliccando con il mouse del computer. Si tratta a tutti gli effetti di una gara di velocità: i fondi vengono assegnati al dito più veloce (quindi in ordine cronologico di arrivo della domanda), fino a esaurimento. Un sistema che, secondo molti, discrimina perché determina un’iniqua ripartizione delle risorse sui vari territori. Chi vive nei piccoli borghi, a differenza di coloro che risiedono nelle grandi città, non può navigare con la fibra ottica per cui continua ad avere una connessione Internet lenta o comunque di bassa qualità.
Sono curiosi i siti in cui si possono prendere consigli su come vincere un bando a colpi di click. Vi si trovano sezioni dedicate in cui vengono svelate vere e proprie strategie per aggiudicarsi il finanziamento. Alcuni suggeriscono di presentarsi puntuali all’appuntamento con la gara, altri di prendere confidenza con gli appositi software che simulano la verifica captcha (quel test che protegge gli utenti dallo spam e controlla che l’invio venga fatto effettivamente da un umano e non da un robot). Ma la ciliegina sulla torta arriva con l’ultimo consiglio: «Allenare il dito» perché è con alcuni esercizi che si possono migliorare moltissimo i tempi del click con cui inviare la domanda. Praticamente esercizi manuali per preparare l’indice alla sfida telematica.
Se i vari governi che da anni si alternano promettendo di modernizzare l’Italia avessero investito meglio in infrastrutture digitali, ora non saremmo qui a scrivere. La prova che il nostro Paese va a rilento è arrivata qualche settimana fa: sono bastate poche ore per esaurire i 240 milioni di euro stanziati dal governo per incentivare l’acquisto di auto elettriche. Un fatto che ha colto di sorpresa un po’ tutti: «È successo qualcosa di strano, siamo rimasti sorpresi anche noi. Chi di dovere sta indagando» ha commentato Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis. Eppure resta un dubbio su come certe grandi realtà dell’ autonoleggio abbiano trovato il modo di accedere alla gran parte delle risorse dedicate.
Tuttavia, da un punto di vista prettamente geografico-territoriale, la distribuzione delle risorse messe a disposizione resta palesemente sbilanciata. Onde evitare di finire tutti in palestra ad allenare le fibre muscolari delle dita, sarebbe utile far sapere al governo che i cittadini preferirebbero avere pari opportunità di aggiudicarsi i bandi grazie a fibre ottiche accessibili e uguali per tutti.

Matteo Grossi
Scritto per La Ragione