Il turismo in crescita e il risvolto della medaglia –
Secondo l’Organizzazione mondiale del turismo, l’anno scorso sono stati registrati in tutto il mondo circa 1,3 miliardi di turisti internazionali (+34% rispetto all’anno precedente).
L’Europa è stato il continente più visitato, avendo accolto e ospitato 700 milioni di viaggiatori (54% del totale mondiale) di cui circa 130 milioni hanno preferito l’Italia.
È l’effetto largamente positivo della globalizzazione, che offre moltissimi voli low cost, oggi accessibili dalla gran parte dei cittadini, per cui molti luoghi sono diventati raggiungibili in pochissimo tempo. A dar man forte anche le piattaforme digitali, che offrono servizi facili per una vacanza fai da te: bastano pochi clic per prenotare un volo, l’auto a noleggio e l’hotel. Per chi ha memoria, venti o trent’anni fa non solo era proibitivo volare fino a New York (che oggi puoi raggiungere a costi molto contenuti), ma lo era anche telefonare a un amico di New York. Insomma, il mondo globalizzato lo stiamo vivendo e godendo anche noi.
Ed è un bene.
Nonostante il turismo sia un’occasione di crescita economica, esso deve combattere contro una scarsa pianificazione da parte di enti locali e governi che concepiscono l’aumento di presenze solo come un’opportunità da prendere al volo. Non è tutto oro ciò che luccica e il non considerare quel che comporta il turismo estivo – dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente e sulla popolazione residente – ha fatto nascere il fenomeno dell’overtourism, termine anglosassone traducibile in sovraffollamento turistico.
Venezia, insieme ad Amsterdam, è maestra e capitale mondiale di questo fenomeno. La tassa d’ingresso nel capoluogo veneto, sebbene fondata sulle migliori intenzioni, non sembra aver centrato l’obiettivo di regolamentare il flusso turistico in modo efficace.
Anzi, sembra si sia rivoltata proprio contro i residenti che lamentano un aumento del costo della vita e una riduzione della qualità dei servizi a loro disposizione. Per ovviare al problema, all’inizio del mese è stata introdotta una nuova ordinanza che limita il numero di turisti in gruppi organizzati a un massimo di 25 persone. Ma un conto sono le città d’arte – affollate tutto l’anno – e un altro sono le mete turistiche estive. Piccoli borghi, che sui social si leggono essere location di serie tv o residenza di vip (Santa Croce Camerina per Montalbano, Golferenzo per l’ormai dissolta coppia dei Ferragnez, Laglio per George Clooney), quasi non si possono più visitare serenamente per la gran calca che c’è. Località come il lago di Braies in Trentino, il borgo di Riomaggiore alle Cinque Terre in Liguria e alcuni lidi in Sardegna hanno dovuto limitare l’ingresso ai turisti. Spiagge gremite, file interminabili per accedere ai trasporti, traffico eternamente rallentato e centri storici bloccati implicano dei disagi.
Che fare? Con parole semplici: nel nostro Belpaese il turismo è regionalizzato. A noi servirebbe razionalizzato.
Matteo Grossi
Scritto per La Ragione