Nessuno finanzia il fisco con altrettanta appassionata volontarietà –
Per indovinare i numeri vincenti del Lotto c’è chi si affida alla smorfia napoletana e alle statistiche e chi, dovendo mettere in ordine i conti nelle casse dello Stato, si raccomanda ai ludopatici. La legge di bilancio del 2025, se verrà approvata, offrirà un giorno in più per andare a caccia della dea bendata.
Normalmente le estrazioni dei giochi avvengono il martedì, il giovedì e il sabato. Aggiungendo il venerdì si potranno dunque raccogliere altri 50 milioni di euro l’anno da assegnare al Fondo per le emergenze nazionali. Per arrivare a questa decisione si sono certamente preoccupati di capire cosa accadrebbe se uno di quei venerdì cadesse nel calendario delle festività, altrimenti nella bozza non si leggerebbe che «se tale estrazione aggiuntiva ricorre in un giorno di festività riconosciuta agli effetti civili su tutto il territorio nazionale, la stessa è posticipata al primo giorno feriale successivo ovvero, in casi eccezionali, è anticipata al primo giorno feriale antecedente, con provvedimento direttoriale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, garantendo la continuità progressiva dei concorsi».
Accade veramente di rado che i governi si muovano per prevenire ciò che potrebbe accadere in futuro. E di converso accade sovente che i Ministeri si dimentichino di comunicare e confrontarsi fra loro. Da una parte abbiamo il Ministero degli Interni (che gestisce il Fondo per le emergenze nazionali), dall’altra quello della Salute (che presiede il Fondo per il gioco d’azzardo). È singolare e alquanto curioso che il primo punti a incassare 50 milioni di euro in più ogni anno incentivando il cittadino a segnare con la biro una schedina, mentre il secondo spende 50 milioni all’anno affinché le Regioni tolgano le schedine delle mani dei malati di gioco.
I dati sul gioco nel nostro Paese indicano che il settore è considerevole in termini sia di partecipazione che di spesa. Secondo l’Osservatorio del gioco d’azzardo e delle dipendenze, una persona su quattro ha partecipato almeno una volta in un anno a lotterie o scommesse, giochi da casinò o slot machine. Il volume complessivo di soldi che ogni anno escono dalle tasche degli italiani per ‘gratta e vinci’ e affini si aggira attorno ai 110 miliardi di euro e genera significative entrate fiscali per lo Stato.
Il 7 luglio dell’anno passato fu un giorno particolare per tutti gli appassionati di Lotto e Superenalotto. Chi era solito giocare si è infatti ritrovato a fare i conti con una quarta estrazione, introdotta con il “decreto alluvioni”, che durò cinque mesi (fino alla fine del-l’anno). Ci furono polemiche, ma vi era l’urgenza di intervenire in maniera rapida in Emilia-Romagna, anche allora alle prese ancora con il contenimento dei danni di un’alluvione e il tentativo di tornare alla normalità. Una giusta causa che però ha incentivato l’azzardo rischiando di danneggiare il portafoglio e la salute dei giocatori patologici.
Introdurre nuovamente la quarta estrazione mi pare una soluzione che non risolve. La metafora del cane che tenta di afferrare la propria coda rappresenta perfettamente l’idea di un circolo vizioso, in cui ogni tentativo di risolvere un problema ne crea subito un altro.
Matteo Grossi
Scritto per La Ragione