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IDIOTI OSCURANTISTI CONTRO IL RISO

In Lomellina assaltata una coltivazione con tecnica di evoluzione assistita –

Quel pensiero di stampo illuministico che, due secoli e mezzo fa, volle aprire le menti e gli orizzonti contro le tenebre dell’ignoranza sembrerebbe svanito nel nulla. Gli effetti distruttivi dell’ ignoranza si sono abbattuti nel bel mezzo del ‘triangolo del riso’, quel fazzoletto di pianura padana compreso tra Pavia, Vercelli e Novara. Qui si trova la Lomellina, terra dove la produzione del bianco cereale raggiunge livelli d’eccellenza sia qualitativi che quantitativi. Qui, dallo scorso maggio, cresceva la risaia sperimentale con tecniche di evoluzione assistita (Tea). Un esperimento durato poco più di un mese. Colpa del maltempo? Macché! I 28 metri quadrati di risaia Tea sono stati devastati dall’irruzione notturna di un commando ecologista integralista. Un manipolo di idioti (al momento ignoti) che, dopo aver manomesso le videocamere di sorveglianza e avulso la rete metallica di protezione, hanno tagliato e sradicato le piantine. Un gesto brigante che ferma una ricerca, operante grazie a una deroga per la sperimentazione che si estende solo fino a dicembre.
Mentre ci troviamo a vivere un mondo di gran lunga migliore di quello dei nostri nonni, vi sono alcuni (per fortuna pochi) che preferiscono ritornare nel passato in cui tutto era più difficile e faticoso. Eppure nel mondo agricolo e alimentare – come in quello animale e ambientale in genere – i risultati sono divenuti molto positivi. E questo solamente grazie alla ricerca. Quella ricerca che ha permesso la creazione della risaia Tea per sperimentare la reazione delle piante al fungo del brusone, malattia nota ai risicoltori. Queste tecnologie permettono di ottenere piante più resistenti alle malattie e più adatte ad affrontare anche gli effetti del cambiamento climatico, riducendo l’uso di pesticidi e fitofarmaci e razionalizzando l’impiego di acqua. La prima sperimentazione dell’Università degli Studi di Milano, che ha unito le migliori competenze scientifiche in materia agricola, aveva quindi l’obiettivo di contribuire ad abbattere l’impiego di fungicidi nell’ottica di un’ agricoltura sostenibile e di qualità. Un’innovazione necessaria per affrontare le sfide dell’agricoltura di oggi e di domani.
Per l’Italia si tratta però di un anno sprecato. Buttato via come quelle piantine strappate nel cuore della notte di qualche giorno fa. Il riso è giunto infatti alla metà del suo ciclo di vita annuale ed è dunque impensabile anche solo immaginare di poter rimettere in risaia quelle piante. La condanna è stata unanime: dal Senato alla Regione Lombardia, fino a Confagricoltura. Ma le azioni dimostrative del mondo ecologista radicale sono destinate a ripetersi: nel mirino le Tea, etichettate come ‘nuovi Ogm’. Il prossimo 6 luglio, sempre in quel lembo di terra della Lomellina, è atteso il presidio della sezione bergamasca dell’ecogruppo “Resistenze al nanomondo”.
Se chi occupa abusivamente le case popolari viene spedito al Parlamento europeo, chi devasta una risaia sperimentale Tea a cosa può ambire: alla direzione generale della Fao? Gli illuministi ritenevano che l’uomo, pur avendo quel bene che è l’intelletto, non ne abbia fatto il debito impiego nel passato.
Fino ai giorni nostri, aggiungiamo noi.

Matteo Grossi
Vittorio Testa

Scritto per La Ragione