Derby e politica –
Ma quale Destra. Ma quale Sinistra. «Forza Roma!» e «Forza Lazio!» piuttosto.
Ieri sera c’era il derby fra le due squadre della Capitale e il Senato ha chiuso prima, in tempo per consentire ai parlamentari – tifosi e non tifosi che fossero – di godersi in santa pace il quarto di finale di Coppa Italia. Intendiamoci, trattasi comunque di due spettacoli: quello della politica e quello del pallone. Con la prima che va spesso in televisione come, quanto e forse anche più del calcio, fra dirette, differite, commenti e sì, talvolta anche i movioloni.
Una notizia come la chiusura anticipata ‘causa derby’ di un ramo del Parlamento ha innescato polemiche, con il consueto balletto di proteste e prese di posizione. In discussione a Palazzo Madama c’era il tema degli aiuti militari all’Ucraina, mica poco. Eppure è stata – come sempre – una questione di punti di vista: hanno prevalso quelli che, concluso l’intervento del ministro della Difesa Crosetto (previsto per il primo pomeriggio), hanno considerato sacrosanto chiudere baracca e burattini per precipitarsi davanti alla partita. Nessuno stravolgimento dei lavori, quindi: ordinaria amministrazione.
Il calcio sarà anche bellissimo, il campionato piace a tutti (o quasi) gli italiani. Ma anche il più incallito degli ultras, davanti al Senato ‘chiuso per derby’, storce il naso. Ne ho sentiti due con le mie orecchie, in una caffetteria, commentare così: «Vada come vada, ma il Senato che chiude così “nun se pò vede’…».
Matteo Grossi
Scritto per La Ragione