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LA PROPAGANDA BELLICA

Come cambia nel tempo

 

Furono le parole di papa Benedetto XV, durante la Grande guerra, a smorzare l’entusiasmo dei giovani per la trincea e il fucile. «È una inutile strage» disse il pontefice. Senza alcun dubbio, quella guerra fu un evento tragico che travolse la vita di milioni di uomini e donne in tutto il mondo. All’inizio gli uffici di arruolamento erano stati presi d’assalto dai giovani europei. Dopo la inequivocabile condanna papale, risultò più difficile trovare volontari disposti a partire e così sacrificarsi (seguendo la retorica dell’epoca) per la propria Patria. Gli Stati ricorsero allora all’affissione di manifesti e a inserzioni pubblicitarie sui maggiori quotidiani che dettero inizio a una vera e propria campagna di reclutamento, dimostratasi in breve tempo assai utile ed efficace per coinvolgere nuovamente le masse nello sforzo bellico. Essa ebbe origine in Inghilterra per poi espandersi in Germania, Austria, Italia e in diversi altri Stati del mondo. Funzionò. A testimoniarlo sarà una pagina del quotidiano britannico “The Times” uscito il 5 agosto 1914, durante la Grande guerra: «La Patria e il re hanno bisogno di te. Risponderai alla chiamata della Patria?». In molti lo fecero. A casa nostra apparve invece un manifesto molto curioso e di per sé ingannevole. Puntava tutto sulla santità. Il culto dei santi aveva e ha tutt’ora un peso rilevante in vaste zone del nostro Paese. Si era pensato quindi di farvi leva senza mezzi termini, ritraendo la Madonna Assunta con in mano il tricolore e sotto la scritta «La madonnina del Duomo è una volontaria». Come a dire: se lo è lei perché non devi esserlo tu? Simili manifesti erano la prova di uno Stato in difficoltà, che richiamava alle armi per porre rimedio alla mancanza di soldati da inviare al fronte. Da allora i tempi sono decisamente cambiati eppure certe idee sono dure a morire. Se nella nostra memoria collettiva la più famosa pubblicità bellica rimane quella dello zio Sam che punta l’indice al giovane americano dicendogli «I want you» (Voglio te), la più ridicola è sicura-mente l’ultima in ordine di tempo. Come già segnalato da Giorgio Provinciali alcuni giorni fa su queste pagine, i crimi-nali russi del Gruppo Wagner si stanno infatti rivolgendo ai cinefili del porno nella disperata ricerca di nuova carne da cannone per la prima linea in Ucraina. Sul sito PornHub una giovane ragazza con in bocca un lecca lecca invita a non compiere il vizio solitario ma semmai ad arruolarsi in nome e perconto della Patria. Si afferma così la definitiva parabola del delirio putiniano: dall’autoerotismo al suicidio assistito.

Matteo Grossi

LA RAGIONE