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MILANO SENZ’AUTO, UN PIANO PER ARIA

E’ giusto e premuroso che ciascuna persona pretenda che si cambino le abitudini se risultano dannose perché tutti vogliamo vivere in una terra più pulita e sana. Ma se tali e giustificate pretese arrivano da questa parte del mondo, ovvero dal nostro, è saggio ricordargli che è qui che stiamo vivendo. Dalla parte più ricca e longeva del mondo. E questo deve di certo smorzare i facili entusiasmi e le boutade demagogiche. E’ da fessi cercare un mondo immaginoso da romanzo d’avventura o già interpretato da meritevoli attori in qualche film di fantascienza o da bizzarri pittori in vena di visioni. Non si deve confondere l’immaginazione con la realtà, altrimenti si rischia davvero di restare intrappolati in una sorta di città che non c’é. Come, ad esempio, Milano. Che si è posta, quali obbiettivi prioritari, il miglioramento della qualità dell’aria e il contrasto tout court all’emergenza climatica. Per farlo, si è proceduto a stilare il Piano Aria. Fin qui tutto bene e anzi lodevole. Ma l’assessore all’Ambiente della città meneghina vorrebbe raggiungere l’obbiettivo con il massimo livello possibile di immaginazione: ossia, entro trent’anni, all’interno del perimetro urbano non si potrà più circolare con la propria auto ma solo ed esclusivamente usufruendo dei mezzi pubblici. Bandite anche le auto elettriche. Milano, nei progetti dell’ecologista d’assalto, sarà una città senza automobili. Ovvio, il tutto non succederà da un giorno all’altro, ma sarà conseguito per opportuni gradi e progettualità. E ci si arriverà alla guida di un’auto senza mai superare i trenta chilometri orari. 

Davvero i milanesi rinuncerebbero all’auto privata per usare solo ed esclusivamente mezzi pubblici? E tutto ciò, semmai sia davvero fattibile, quali costi comporterebbe in termini di servizi pubblici, mobilità commerciale e non? L’ipotesi, per certi versi, potrebbe risultare avveniristica e in sé affascinante. Già in “Flash Gordon” credo ce ne fosse un clamoroso annuncio. Noi però stiamo ancora con i piedi per terra e sappiamo e insistiamo affinché la proverbiale ‘erba voglio’ non cresca neanche nel giardino del re. 

Il Piano Aria della municipalità milanese, in buona sostanza, ci dà netta l’impressione che i vari step siano stati messi nero su bianco in completa assenza di ossigeno.

La transizione ecologica e il passaggio a un sistema integrato sostenibile a tutti par chiaro che non saranno né indolori né privi di contraddizioni. A noi stabilire a quanto dovremo rinunciare, dove per rinuncia si intende il venir meno delle certezze a cui siamo oramai da decenni abituati.

Matteo Grossi

Scritto per La Ragione