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MUNICIPALITA’ ED EREDITA’

La rieleggibili dei sindaci e i limiti di legge –

Se nei piccoli Comuni è sempre più difficile trovare persone disposte ad assumersi la responsabilità di indossare la fascia da sindaco – un fenomeno che comporta il rischio di avere località senza amministratori, dato che a fronte di una piccola indennità ci si carica di responsabilità civili e penali – il problema non si risolve allungando la durata dell’incarico o, addirittura, eliminando ogni restrizione al numero dei mandati. Da sindaco non mi appassiona la discussione su questo limite; mi entusiasma invece insegnare ai miei giovani consiglieri come funziona la macchina pubblica. A loro dico sempre di entrare negli uffici e fare domande anche banali ai dipendenti, perché s’impara meglio sul campo che studiando il vademecum dell’amministratore locale.
La discussione di questi giorni riguarda il numero di mandati che può svolgere un sindaco: grazie alla modifica del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, possono essere due in una cittadina con più di 5mila abitanti e un massimo di tre in un paese o piccolo borgo con meno di 5mila abitanti. In questi giorni da più parti si chiede di abolire del tutto il limite dei mandati per le realtà sotto i 15mila abitanti; addirittura Anci chiede l’eliminazione della restrizione per tutti i Comuni.
Le elezioni sono dirette e la matita copiativa  la tiene in pugno il cittadino con diritto di voto: se il sindaco ha lavorato bene  è giusto che rimanga, in caso contrario è bene che venga sostituito. A ogni modo resta valida la sentenza n. 60 del 6 aprile scorso della Corte Costituzionale: “Il numero massimo dei mandati elettivi consecutivi dei sindaci serve a garantire principi di rango costituzionale, la par condicio effettiva tra i candidati, la libertà di voto dei singoli elettori e la genuinità complessiva della competizione elettorale, il fisiologico ricambio della classe politica e, in definitiva, la stessa democraticità degli enti locali”. Il tema è particolarmente urgente per alcuni sindaci  di grandi città che vorrebbe-
ro ricandidarsi, col terzo mandato, alle elezioni che si terranno già il prossimo anno. Affinché possano farlo, il Parlamento dovrebbe intervenire sulla materia in tempi brevi. Quel che mi lascia basito è che se ne discuta ora, quando a scadere sono i mandati nei Comuni di Bari e Firenze. Più la città è grande e più la voce del sindaco si fa sentire; nessuno sembra invece prestare ascolto quando a fare richieste sono i sindaci di piccoli Comuni. Ai primi cittadini che vogliono tenersi la fascia per sempre preferisco comunque i sindaci di paese che tramandano ai giovani amministratori la passione e il senso di responsabilità, nella speranza che un giorno possano loro subentrare.

Matteo Grossi

Scritto per La Ragione