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MUOVERSI E’ RICCHEZZA

FRONTIERE LIBERE

In una cittadina del Lussemburgo, Il 14 giugno del 1985 a bordo del “Princesse Marie-Astrid” – un battello ancorato per l’occasione in un piccolo porto lussemburghese sulla Mosella – viene firmato uno degli accordi multilaterali più importanti che siano mai stati raggiunti dall’Unione europea: quello di Schengen. Quel trattato abbatte le frontiere tra Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi. Da quel momento i cittadini dei Paesi firmatari assaporarono la libertà di circolazione, iniziando a condividere vite ed esperienze senza doverlo dichiarare a chicchessia o sottoporsi a preventivi controlli. Un pilastro di libertà che seppe ricordare a tutti uno dei motivi principali preci è stata voluta l’Europa unita. Gli effetti del trattato, soprattutto quelli economici, furono così positivi e utili che oggi vi aderiscono ben ventisei Paesi differenti europei. Gli stessi che da più di un anno – per rallentare la diffusione del Covid e proteggere la salute di tutti gli europei – sono costretti a subire nuovamente, come in passato, lo stop alle frontiere. Nonostante le merci possono liberamente viaggiare, è palese che le perdite economiche per il nostro continente siano state e continuino ad essere altissime. Nel 2020 il settore turistico globale – che per definizione si nutre di libertà di circolazione – ha perso 1.300 miliardi di dollari a causa delle restrizioni imposte per i viaggi, ossia undici volte la perdita registrata durante la crisi economica del 2009 (dati Unwto). Per quanto riguarda l’Italia, il turismo è stato letteralmente messo in ginocchio con una perdita netta di 100 miliardi. A farne le spese sono state non solo le città d’arte ma anche la ristorazione, il sistema dell’accoglienza alberghiera e tutto ciò che si muove attorno al turista. Se il 14 giugno dell’anno 1985 furono inizialmente cinque gli Stati ad aprirsi l’un l’altro le frontiere, da ieri 14 giugno 2021 altre cinque Regioni italiane si sono guadagnate la completa libertà di movimento: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia. Il Green Pass ci riconsegna la libertà attestando che una persona è stata vaccinata contro il Coronavirus, è guarita dall’infezione oppure, in sottordine, ha effettuato un test recente con esito negativo. Se trentasei anni fa la libertà di movimento si ottenne con una firma in calce ad uno storico accordo, oggi la si riconquista con un vaccino in corpo. Buon viaggio!

Matteo Grossi
LA RAGIONE