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NIENTE AIUTI AI POVERI CHE GIOCANO ALLE SLOT

Il sindaco del piccolo paese in provincia di Pavia: «Non spendo soldi pubblici per chi non lo merita, è amorale». Già tre i casi individuati

SANT’ANGELO LOM.

Dal CORRIERE DELLA SERA
Di Eleonora Lanzetti

Rubinetti chiusi per i cittadini in difficoltà beccati a giocare alle slot. Matteo Grossi, al sindaco di Sant’Angelo Lomellina, piccolo centro della provincia di Pavia, 900 residenti e 920 euro l’anno di media pro capite finiti nelle macchinette (dato 2016, ndr), toglie gli aiuti comunali a chi gioca d’azzardo. «Un bilancio troppo ridotto per poterci permettere di destinare soldi pubblici a chi non se lo merita. Ogni anno dalle casse del Comune escono parecchi soldi per il sostegno delle famiglie bisognose, ma se vengono buttati in slot e gratta e vinci, allora non ci siamo». Conti alla mano: nel 2017 nel comune lomellino sono stati spesi circa 1.000 euro in pacchi alimentari destinati ad una ventina di famiglie e 92 mila euro per far fronte al mantenimento obbligatorio dei figli minori delle coppie economicamente fragili che si trovano in strutture protette, come da disposizione del Tribunale dei minori. Più altri aiuti concreti, non diretti, ossia il contributo nel pagamento, per la dilazione di bollette e tasse, con il comune che spesso fa da garante con gli enti creditori quando le famiglie non riescono a far fronte alle spese di casa con regolarità. Cifre che pesano, e tanto, sulla collettività. «So benissimo che il gioco è legale e che le macchinette si trovano dappertutto — aggiunge Grossi —. Però è amorale aiutare cittadini che si comportano in questo modo. Ci metto il mio nome per non far tagliare la luce se un mio concittadino non ce la fa, ma sperperare il denaro pubblico, no, non ci sto».

Matteo Grossi è deciso: si taglia. Nel centro del paese c’è un unico bar e non è difficile scoprire come passano le giornate alcuni; il vigile che passa trova sempre gli stessi a pigiare su quei tasti, per ore. Così, dopo aver pizzicato chi beneficia degli aiuti comunali a tentare la fortuna, si è passati al pugno di ferro. Tre famiglie santangelesi sono già state individuate: «Hanno presentato una dichiarazione Isee sotto la soglia di povertà, ricevono i pacchi alimentari, li aiutiamo con i figli, e poi giocano? Non stiamo parlando di qualche monetina, sulla quale potrei anche soprassedere, ma di centinaia di euro — commenta il sindaco —. Significa che i soldi in tasca li hanno, quindi non godranno più del nostro sostegno». Difficile il controllo se a giocare si va altrove: «Se qualcuno gioca fuori Sant’Angelo o su internet, non possiamo saperlo con certezza, però almeno non essere beffati così spudoratamente».

Le nuove disposizioni del sindaco di Sant’Angelo Lomellina verranno portate all’attenzione di maggioranza ed opposizione per essere discusse durante la prossima riunione di giunta del 30 marzo, ma non ci dovrebbero essere sorprese all’orizzonte: la linea dura di Grossi convince tutti in paese ed è già stata condivisa dagli altri assessori. Una provincia, quella di Pavia, nota per la più alta spesa pro capite per il gioco d’azzardo; zona che attira come carta moschicida anche una fetta di popolazione di fanatici del gioco dalla vicina provincia di Vercelli, «costretti» a sottostare alla legge piemontese in materia di slot e vlt. «Regione Piemonte sta mettendo in atto una vera e propria stretta sulle macchinette. Non possono essere installate vicino a scuole ed ospedali, pena una multa fino a 6 mila euro. La conseguenza, però, è la spola verso i nostri comuni di confine, a meno di dieci chilometri».

Un vizio, quello delle videolottery, con il quale fanno i conti ultra cinquantenni e pensionati; i giovani spesso sono le sentinelle che avvertono il problema e accompagnano il proprio famigliare al consultorio. «Continuerò a monitorare la situazione in paese, magari anche con foto e video a provare con i fatti ciò che sostengo. Valuteremo caso per caso, ma è necessario dare un segnale forte — spiega il sindaco —. Iniziamo togliendo gli aiuti pubblici a chi gioca d’azzardo, poi, se dovessimo individuare dei veri e propri casi di ludopatia, proporremo al soggetto di essere seguito dal centro contro le dipendenze».