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NON SIAMO A CAVALLO

Equitazione suggestiva – 

Viviamo un mondo in cui è diventato facile assuefarsi alla noia. Siamo perciò indotti a inventare o subire ogni giorno un qualcosa di stravagante e sbalorditivo che, alla lunga, fatichiamo a digerire. Passino l’hamburger di carne senza carne e la mozzarella di latte vaccino senza latte ma l’equitazione senza cavallo è proprio difficile deglutirla, figuriamoci assimilarla.
In Finlandia, Paese nordico il cui modello di vita è da anni ispirazione per gli altri abitanti europei, si stanno toccando i confini del ridicolo. In queste ore impazzano sui social le immagini di uno sport che consiste nell’eseguire coreografie di dressage e nel saltare ostacoli a cavallo di un manico di scopa dalla testa equina, praticamente una testa di peluche che può costare anche mille euro. Si chiama hobbyhorse e conta qualcosa come 10mila praticanti, perlopiù ragazze. Le atlete accudiscono i loro ‘cavalli’ come se fossero veri: aggiustano la capezza prima della competizione, adoperano la striglia sulle lunghe criniere e li vestono con una coperta a trama fitta quando dormono, per proteggerli da mosche e pappataci. Già alcuni anni fa in sede di Comitato olimpico internazionale venne avanzata l’incredibile proposta di inserire l’hobbyhorse fra le discipline olimpiche a partire dal 2024. Allora il progetto non venne ovviamente preso sul serio, neppure dalla stampa. Tuttavia, vista la velocità con cui nell’epoca dei social i fenomeni di costume e le mode si diffondono soprattutto fra i giovanissimi, temiamo che presto ne sentiremo parlare anche alle nostre latitudini. Tutto questo ricorda quando, in età adolescenziale, un certo signore veniva ad allenarci nel campetto del paese. Voleva giocassimo con un pallone che non c’era poiché – diceva lui – dovevamo capire come ingannare il portiere che si doveva lanciare tra i pali. Un altro passava invece le giornate a pedalare sulla propria bicicletta imitando il rumore della Guzzi, ma della moto c’era soltanto il rombo. In un video musicale dei Pink Floyd girato a Bruxelles nel 1968, dal titolo “See Emily Play”, si vede il batterista Nick Mason suonare senza aver davanti a sé lo strumento ma in mano soltanto un paio di bacchette che colpiscono l’aria. Scene del genere hanno dell’incredibile. Ma se i primi erano i matti del paese (ben raffigurati nei film di Pupi Avati), l’ultimo si trovava sotto l’effetto dell’Lsd. Viene invece ora da chiedersi cosa succederebbe se un manipolo di animalisti italiani venisse a sapere dell’hobbyhorse e decidesse di proporre questo nuovo sport come alternativa alla tradizionale giostra equestre del Palio di Siena. Immaginate sostituire i barberi con i cavalli di pezza e pensate soltanto all’imbarazzo del sindaco senese nel comunicarlo ai contradaioli e al magistrato delle Contrade.

Matteo Grossi

Scritto per La Ragione