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RIDICOLO PIRAMIDALE

Assurde polemiche sul Museo Egizio di Torino – 

 

Il tempo delle ipocrisie deve scadere. La storia del Museo Egizio di Torino non merita di trasformarsi in una barzelletta da raccontare alla bocciofila del paese e anche se qualcuno della maggioranza si diverte a ideare frottole per provocare il riso degli sciocchi, bisogna ricordare che stiamo facendo del male al più antico museo del mondo dedicato interamente alla cultura egizia. L’accanimento verso il direttore Christian Greco oltrepassa la dimensione della realtà e, così facendo, una parte del centrodestra potrebbe rubare la scena soltanto alla mummia predinastica. Nel frattempo molti si chiedo- no perché il ministro della Cultura abbia atteso così tanto prima di esprimere il suo sostegno allo stesso Greco.
Un passo indietro. Nel gennaio del 2018 il direttore lancia una iniziativa che offre un ingresso gratuito a tutte le coppie di lingua araba: un modo per incrementare il flusso di visitatori, come tanti altri promossi dal Museo Egizio e da tutti i musei del mondo. Per provare ad accaparrare voti, un giovane ‘padano’ – oggi numero due della Lega – pubblica sulle sue pagine social una finta e accesa discussione con un centralinista del museo in questione (peccato che, da sempre, siano tutte donne). Nel corso della finta telefonata il giovane vuole ottenere informazioni su eventuali agevolazioni in corso – secondo lui, a spese degli italiani – e alla risposta del (finto) centralinista critica in maniera polemica la promozione a favore degli arabi. Non contento di questa boutade, pubblica in sovraimpressione il numero di telefono del museo, invitando tutti a intervenire e offendere. Della serie: “Facciamogli sentire cosa ne pensiamo”. A fargli sapere cosa ne pensa è stato invece il giudice torinese Valeria Di Donato, che ha trovato sufficienti elementi per condannarlo in primo grado per odio razziale (Legge Mancino). Tre anni dopo la Corte d’Appello di Torino ha ribaltato la sentenza, ricordando che il diritto di critica è tutelato dalla Costituzione. Fu critica od odio razziale? Torniamo al presente, ma senza entrare nell’ambito giudiziario. La voglia di cacciare il direttore dal Museo Egizio è e resta una povera, patetica mossa ‘acchiappavoti’. Greco è stato nominato direttore perché vincitore di un bando internazionale e inoltre a gestire il Museo Egizio è una fondazione di diritto privato, il che rende impossibile la sua rimozione da parte di qualsiasi governo. In primis per mano del ministro della Cultura Sangiuliano.

Matteo Grossi

Scritto per La Ragione