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SERVE UN VERO CENTRO, E SE URBANO CAIRO SCENDE IN CAMPO…

L’INTERVISTA
L’INFORMATORE VIGEVANESE
di Mario Pacali

“Da quando sono sindaco mi sono tolto la maglietta del partito e ho pensato solo al mio Comune”
Matteo Grossi, 41 anni, primo cittadino di Sant’Angelo Lomellina dal 2016, è un forzista che poi passò per natura nel PdL, e con molto amaro in bocca si trovò ancora in Forza Italia che non era più la stessa.
“La politica odierna – dice il sindaco di Sant’Angelo – la seguo molto da vicino ma non mi appassiona. Credo sia vicino un nuovo progetto, basta ereditare partiti che non hanno più senso di esistere. Oggi c’è ampio spazio per un partito di Centro che sappia prendere decisioni, anche impopolari, che farebbero molto bene al Paese. Non si discute sull’Europa e sull’euro, questi rimangono i fondamentali. Gli italiani, grazie a forze politiche antieuropeiste che fanno falsa propaganda per ottenere consenso sono diventati appunto antieuropeisti ma questo non mi infastidisce. Gli antieuropeisti sono sempre esistiti, a destra e a sinistra.
Mi piacerebbe un partito capace di raccontare la verità con i fatti e con i numeri”.
Ecco il nodo: un nuovo e vero partito di Centro. “Liberale, europeista e antisovranista che sappia far di conto. Che non viva di sondaggi perchè a forza di prevedere si rischia di non vedere e su questo la Lega docet.
Oggi si mira ad ascoltare il popolo e ad accontentarlo su tutto. Solo che poi sono le regole a non permetterlo e quando non puoi accontentare chi ti ha votato il gioco è trovarsi un nemico. Spesso, per loro, i sovranisti, il nemico è l’Europa.
In queste ore un manifesto, a mio avviso credibile e coraggioso, dice che in Italia vanno incentivati gli investimenti prevedendo un piano di agevolazioni fiscali, (la flat tax a scaglioni non esiste perchè sarebbe come voler comprare un attico a pian terreno).
Va facilitato l’accesso al credito perché molte aziende affrontano problemi di liquidità.
Terzo punto: se un datore di lavoro paga un dipendente 70mila euro l’anno, per quale ragione lui deve intascarsene soltanto 30mila? E poi serve una seria riforma fiscale.
Aggiungerei, abbassare enormemente la spesa pubblica, disintermediare lo Stato dalla gran parte delle cose che fa e restituire soldi sotto forma di minore pressione fiscale. Sconto un periodo di grosse difficoltà di bilancio pubblico ma restituisco all’Italia la forza di crescere”.
“Questo è parte del manifesto di Urbano Cairo (editore, presidente del gruppo Rcs n.d.r.).
Quando scioglierà le riserve, a breve, ci sarò dentro con testa e piedi in quanto Cairo è la persona giusta nel momento giusto. Il fatto che i leader politici in questi giorni lo abbiano attaccato la dice lunga, svuoterebbe parte dei vari contenitori politici sulla piazza. Non piace al M5S, loro che hanno fallito e tradito i loro valori, non piace alla Lega e a Salvini che hanno fatto flop. E che ci aspettavamo da chi credeva di aver chiuso i porti? In realtà sono sempre stati aperti.
Il PD e FI non sono più credibili. Renzi ha inventato bonus da regalare a tutti e Berlusconi fino a qualche mese fa voleva la doppia moneta per fare altro e diverso debito pubblico.
Poi ci sono gli estremi che non hanno mai vinto nulla, neppure in riunione condominiale.
E alla fine c’è Toti, parla ma nessuno lo ascolta. E come ha dimostrato, ha sbagliato i tempi, diciamo che può bruciarsi prima di Fini e Alfano.
Con i gialloverdi – conclude Grossi – abbiamo perso 15 mesi per vedere il divorzio di un matrimonio mai celebrato. Durante il loro amore non si è parlato di nulla, non si è parlato di ambiente, oggi non si parla neppure di scuola che a giorni apriranno le aule senza 200mila insegnanti. Li abbiamo mandati in pensione con quota 100 senza aver fatto concorsi. Ora qualcuno dovrà cercare 23 miliardi per evitare l’aumento dell’iva, ma loro non ci sono più”.