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SI DICHIARA L’ANTIFASCISMO IN COMUNE

A Lodi –

Il Consiglio comunale di Lodi ha avuto un’idea alquanto bizzarra: per prenotare una sala pubblica bisognerà firmare una dichiarazione di adesione ai principi antifascisti. Già, perché evidentemente la Costituzione non è abbastanza chiara e serve un’ulteriore conferma scritta. L’iniziativa, che è stata lanciata dalla maggioranza di centrosinistra, dichiara di voler tutelare i valori democratici.
Tuttavia viene da chiedersi quale sia la sua effettiva utilità, considerando che l’antifascismo è già un principio fondante della Costituzione e che nessun modulo potrà rafforzarlo più di quanto già non lo faccia la nostra legge fondamentale.
L’opposizione ha subito sottolineato che si tratta soltanto di burocrazia aggiunta che non risolve alcun problema reale. Anche alcuni membri della maggioranza hanno storto il naso, temendo che una misura del genere possa trasformarsi in un’arma politica piuttosto che rappresentare un vero strumento di tutela dei valori democratici.
D’altronde il pericolo del ritorno del fascismo non si combatte certo con una firma su un modulo, ma con cultura, educazione e soprattutto applicando seriamente la Costituzione. Provvedimenti del genere finiscono solo per far perdere tempo agli uffici comunali e creare problematiche sterili.
Invece di chiedere dichiarazioni su valori che dovrebbero essere scontati, sarebbe più utile concentrarsi su azioni concrete che impediscano al fascismo di essere qualcosa di più di un capitolo chiuso della storia.

Matteo Grossi
Scritto per La Ragione