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SI RESTA AGITATI E RIAGITATI

L’Europa non è l’America. Da loro possiamo copiare le battaglie civili o il modo di sceneggiare una serie televisiva, tuttavia copiare il servizio telefonico di emergenza del soccorso pubblico non è un buon affare e lo dicono i fatti. Negli Stati Uniti (e da qualche tempo in Canada e Messico) per le emergenze di qualsiasi tipo – persone, cose e animali – si deve prendere il telefono e digitare il numero 911; in Italia da qualche anno si deve invece digitare il numero Nue (Numero unico europeo) ovvero il 112. È un bene o un male? Se lo chiediamo ai cittadini, digitare il 112 facilita la memoria specialmente nei momenti di agitazione e di forte stress. Per i soccorritori – e lo sostengono anche le sigle sindacali – è invece una perdita di tempo. In passato il cittadino chiamava i Vigili del Fuoco con il 115 e a rispondergli era la caserma a lui più vicina; una volta presa la chiamata, la squadra usciva in meno di due minuti per poi raccogliere informazioni più precise direttamente dalla radio del camion. Lo stesso accadeva anche per le altre forze dell’ordine. Oggi i primi a ricevere la telefonata di richiesta di soccorso (per la maggior parte da cittadini in stato di agitazione) è l’operatore di un call center che prima procede con una intervista e poi, una volta compresa l’emergenza in atto, telefona ai soccorritori. L’operatore del Nue trascrive i dati che è riuscito a ottenere e li trasmette a voce a chi dovrà intervenire. Soltanto dopo mette in contatto il cittadino con il centralinista della caserma. A questo punto la procedura viene replicata: il cittadino deve ripetere tutto al nuovo centralinista, sia per confermare i dati sia per fornirne di aggiornati che agevolino i soccorsi.
«In alcune parti del Paese Uber arriva più velocemente di un’ambulanza» ha dichiarato Frederick Kauser, comandante dei Vigli del Fuoco di Mifflin Township (Ohio).
«Le stesse autorità statunitensi stimano che ogni anno si potrebbero salvare fino a 10mila vite in più tagliando di un solo minuto i tempi di risposta del 911». Si può sostenere lo stesso anche per quanto riguarda l’Italia e l’Europa intera. Negli Stati Uniti la prima persona a rispondere a una chiamata al 911 è un ufficiale delle forze dell’ordine. In Italia a rispondere è invece un giovane a cui vengono richiesti come requisiti la terza media e il saper parlare un poco d’inglese. Un Paese come il nostro, dove il dialetto ancora influenza la lingua italiana, può far nascere incomprensioni. E un numero civico sbagliato allunga i tempi e aumenta le vittime.

Manfredi de Bardi
Scritto per la Ragione