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SIANO UN PREMIO NON UN DIRITTO

A forza di cumulare bonus se ne perde anche il residuo significato –

Se questo governo è stato capace di eliminare il reddito di cittadinanza per poi inventare l’assegno d’inclusione, è ovvio che sarà anche abile – come promesso già due anni fa dal presidente del Consiglio – nell’elidere l’App18 Cultura di Renzi per inventare a suo interesse altri strumenti: la carta della cultura e la carta del merito. È utile far sapere che i due anni son passati e con la fine del mese di aprile si è finalmente conclusa la misura che premiava i 18enni con quell’assurda regalia di Stato: 500 euro in omaggio per essere arrivati vivi e vegeti alla maggiore età. Una assurdità monetaria che aveva un unico limite: doveva essere spesa in libri, musei, cinema, teatro, viaggi, concerti e strumenti per lo studio. Mica male. Secondo i dati sul sito ufficiale, gli utenti registrati fino a oggi sono stati circa 400mila, per una spesa che negli anni è passata da un minimo di 160 milioni a un massimo di 208 milioni di euro, a seconda di quanto fossero i ragazzi che ne facevano richiesta.
Duole dirlo, ma su queste pagine scrivemmo già anni fa di come questo bonus risultasse dispendioso e utile solo a ingrassare il debito pubblico. Mentre sto scrivendo, il sito del-l’Istituto Bruno Leoni mostra il debito pubblico in tempo reale: 2.912.009.865.915 euro (3.300 euro per ogni secondo che passa).
Se i nati nel 2004 sono stati gli ultimi fortunati ad aver diritto al buono, per la classe 2005 si prospetta qualcosa di ancora peggio. L’App18 di Renzi è stata cancellata, non così il regalo: i 500 euro da destinare agli svaghi culturali sopra accennati resteranno, tutt’al più saranno destinati ad altri studenti. Cambieranno solo i requisiti per averne accesso: saranno disponibili solamente per chi vive in un nucleo familiare con un Isee inferiore a 35mila euro oppure termina gli studi della scuola media superiore con il massimo dei voti. Nel caso sussistano contemporaneamente, i premi saranno cumulabili: mille euro in totale. La spesa prevista per lo Stato è di circa 190 milioni di euro.
Se spendessimo soltanto per il merito sarebbe una conquista: non solo per la scuola, ma per gli studenti stessi.
Se con il sistema di Matteo Renzi si premiavano tutti, con quello di Giorgia Meloni si inganna il futuro della maggior parte dei giovani. Meglio destinare i soldi a chi studia diligentemente e ha una situazione economica e patrimoniale insufficiente, così da consentirgli di crearsi un futuro, piuttosto che finanziare un potenziale bullo negligente per mandarlo al cinema o a un concerto. Se si crede di mettere a posto il nostro Paese distribuendo bonus a tutti non si fa altro che cadere in un sistema tossico, marchettaro e volgare. Il bonus è un premio, non un diritto.

Matteo Grossi
Scritto per La Ragione