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SINDACI, PROMESSE E FICTION

Le Comunità energetiche rinnovabili –

Se leggessimo i programmi elettorali con cui i sindaci si sono candidati negli ultimi anni, vi troveremo sicuramente – come punto di forza – la volontà di trasformare il proprio paese o la propria città in un luogo green. È stata (e per fortuna lo è ancor oggi) l’Europa a chiedercelo e chi si è proposto ai cittadini quale candidato con una visione che guarda dritto al futuro sostenibile del proprio territorio, ha vinto con alte percentuali raccogliendo consensi e simpatie nonché sostegno da parte dei cittadini.
Non stiamo parlando solo di installare le colonnine per la ricarica delle auto elettriche o di realizzare aree verdi e orti urbani in grado di assorbire l’anidride carbonica, oppure ancora di isolare termicamente gli edifici. La grande sfida che vede protagonisti le amministrazioni comunali – e di riflesso i cittadini – concerne le Comunità energetiche rinnovabili (Cer).
Tutti le vorrebbero realizzare, ma pochissimi ci riescono. Che cosa si nasconde dietro questo ennesimo ‘no’ verso qualcosa che – tra l’altro – non inquina, non prevede l’uso di cemento e non crea danno all’ambiente? A frenare sono sempre gli stessi, quelli che dicono ‘no’ a tutto? Non proprio.
Se da una parte l’associazione Italia Nostra (associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale del Paese) e vari comitati dicono di no, dall’altra un cambio di rotta fa vacillare il mondo ambientalista perché Wwf, Legambiente e Fai hanno aperto alla possibilità di installare i pannelli fotovoltaici nei paesaggi urbani e naturalistici italiani. Ma c’è di più. A rallentare fortemente i lavori green è il braccio di ferro tra due Ministeri: quello di Gilberto Pichetto Fratin (dell’Ambiente e della Sicurezza energetica) e quello di Gennaro Sangiuliano (Cultura). Il primo ha da subito dimostrato di voler lavorare per esaminare e avviare gli impianti; di tutt’altra opinione è invece il ministro della Cultura.
Sarà l’entusiasmo dei neoeletti sindaci oppure l’effetto dei nuovi contributi Pnrr, fatto sta che su tutti i giornali locali d’Italia leggiamo di primi cittadini decisi a intraprendere la strada ‘pulita’ – che tra l’altro può far risparmiare al cittadino fino al 30% in bolletta – ma che paradossalmente vengono demotivati da alcune associazioni ambientaliste e dalle regole che sono ancora poco chiare. Una confusione che rallenta la crescita e che difficilmente consentirà di raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti per il 2030.
E ora leggete attentamente: sapete chi è l’alfiere in questa battaglia contro le fonti di energia rinnovabili? La sostituta procuratrice Imma Tataranni. Una donna che non esiste nella realtà, ma solo nella fantasia di Mariolina Venezia, che l’ha creata come protagonista dei suoi romanzi e della fiction in onda (con gran successo) su Rai Uno. La scelta della paladina riguarda un episodio dello sceneggiato in cui il pubblico ministero – impersonato dall’attrice Vanessa Scalera – mandava davanti al giudice un gruppo di malfattori responsabili d’aver riempito di impianti green molti ettari del paesaggio pugliese. Il contesto è ovviamente immaginario ma, mentre gli spettatori sono consapevoli di assistere a un’artificiosa ricostruzione, i sindaci vorrebbero amministrare la realtà.

Matteo Grossi
Scritto per La Ragione