NESSUNA VIOLENZA DEVE ESSERE TACIUTA, COMPRESA QUELLA SUGLI UOMINI
In Italia come in molte altre parti del mondo ieri è stata celebrata – con manifestazioni, iniziative, flash mob – la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, instituita nel 1999 dalle Nazioni Unite. Il tema è così importante che vale le pena continuare ad approfondirlo anche il giorno dopo. I dati diffusi dall’Istat e dal Ministero degli Interni registrano da anni un calo da parte dei femminicidi: nel 2018 sono stati 133, nel 2019 sono scesi a 111, nel 2020 si sono ridotti a 69 mentre l’anno in corso ha finora contato meno di 50 casi. Intendiamoci, resto sinceramente convinto dell’idea che anche una sola violenza all’anno costituirebbe un problema da risolvere. Ciononostante non dobbiamo perdere di vista la realtà. Se ci confrontiamo col resto dell’Europa, scopriamo che l’Italia è il Paese europeo che registra il tasso più basso di violenza sulle donne. Da noi ogni anno i femminicidio sono sempre di meno ma poiché, in proporzione, calano in misura minore rispetto ad altri delitti, pesano di più e fanno parlare di più.
Secondo l’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione europea (dati 2017), i Paesi in cui la violenza sulle donne – fisica, sessuale o psicologica che sia – è più diffusa sono quelli del Nord Europa: le donne dai 15 anni di età in su che ne sono state vittime rappresentano in Italia il 27% mentre in Danimarca sono il 52%, in Finlandia il 47%, in Svezia il 46%, nei Paesi Bassi il 45%, in Francia e nel Regno Unito il 44%. Dati che Ocse ha confermato sostanzialmente anche per il 2020. Secondo l’Istat poi, i femminicidi ogni 100mila donne sono 0,81 in Danimarca e 0,45 in Italia.
Eppure, accanto a questo tipo di violenza, ce n’é un’altra più taciuta, più ‘sotterranea’. E’ la violenza sugli uomini da parte delle donne. Se a qualcuno scappasse una smorfia farebbe bene a leggersi i prossimi dati, anch’essi significativi. Sì, è vero, in Italia sono ancora poche le ricerche sul fenomeno, eppure sono tanti gli episodi di violenza sia fisica sia psicologica. Per la prima volta Istat rileva le molestie a sfondo psicologico e sessuale anche ai danni degli uomini: si stima che tra il 2015 e il 2016 siano state 3 milioni 574mila. Magari dopo una smorfia qualcuno ha accennato una risata; ciò significa sottovalutare un fenomeno allarmante, in progressiva espansione sociale. La vergogna per lo sfottimento, per essere derisi a causa di una fragilità non consona allo stereotipo di virilità e forza associato a un uomo, può avere effetti devastanti. Anche queste vittime hanno bisogno di ascolto e adeguata tutela e protezione giuridica: la derisione non risolverà affatto il profondo e articolato problema della violenza familiare e domestica.
Matteo Grossi
LA RAGIONE