Aumentano i veterinari e diminuiscono i medici –
Cittadinanzattiva è un’organizzazione fondata mezzo secolo fa. Promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni e il sostegno alle persone in condizioni di debolezza. Una parte del suo lavoro dovrebbe preoccupare chi possiede un minimo di coscienza e capacità cognitive: da anni l’organizzazione si interroga sulla continua diminuzione dei numeri dei medici di medicina generale a fronte di un aumento dei medici veterinari. Non ha torto: i primi sono passati da 42.428 del 2019 a 40.250 del 2021 (siamo in attesa di dati più aggiornati ma già possiamo immaginare un numero ancor più piccolo) mentre per i secondi
– stando all’annuario statistico del Ministero della Salute – sono 4.499 i veterinari del Servizio sanitario nazionale e oltre 33mila quelli privati. Possiamo dire per certo che in Italia si crescono meno figli e si accudiscono più animali domestici, non stupiamoci poi se i pediatri sono poco più di 7mila. Giorni fa papa Francesco, nel ricevere i membri dell’Associazione degli otorinolaringologi ospedalieri italiani e della Federazione italiana dei medici pediatri, ha detto: «Si preferisce avere un cagnolino che un figlio, ci sono più veterinari che pediatri e questo non è un buon segno». Come contraddirlo?
L’anno scorso la Camera dei deputati ha modificato l’articolo 9 della Costituzione inserendovi gli animali domestici, che oggi hanno un’anagrafe tutta per loro, sono tutelati da un sindacato (Aida&a) e difesi da un avvocato, soprattutto sul ‘diritto’ di vivere all’interno della casa. Per loro abbiamo modificato il Piano di governo del territorio (Pgt) dei Comuni per creare i dog park, paghiamo costosi pacchetti assicurativi, facciamo acquisti nei negozi dedicati, li portiamo ai centri estivi o dai nutrizionisti per una dieta personalizzata, li vestiamo nelle boutique. Appaiono addirittura sui testamenti per garantir loro un futuro dopo di noi. Insomma, li abbiamo umanizzati.
A chi si è indignato per l’affermazione di Bergoglio assicuriamo che l’intervento aveva un senso molto più profondo del titolo di giornale. Ma pazienza: se vogliamo continuare a guardare l’album fotografico della fantasia, facciamolo pure. Resto dell’idea che mio nonno avesse veramente ragione. Nel vedere il vicino di casa che faceva indossare un cappottino al suo cane, mi disse: «Quando quello col giubbotto arriverà a comprendere a cosa servono le scuole ne vedremo delle belle. A quel punto il mondo poi lo metterà a posto lui!».
Matteo Grossi
scritto per La Ragione